Roger Federer ha scritto un nuovo capitolo della sua incredibile leggenda. Il fenomeno di Basilea ha vinto Wimbledon per
la settima volta, eguagliando il primato condiviso da William Renshaw e Pete
Sampras. Al contempo, è il suo diciassettesimo titolo dello Slam, un record
assoluto, migliorato a due anni e mezzo di distanza dal sedicesimo centro
(Australian Open 2010). Inoltre, il fuoriclasse elvetico tornerà da domani in vetta al ranking Atp, detronizzando quel Novak
Djokovic da lui battuto in semifinale e pareggiando anche qui un primato di
Sampras, quello delle settimane complessive al numero uno (286), in attesa di
superarlo inevitabilmente tra otto giorni.
A cedere nel match clou è stato un comunque brillante Andy Murray, che cercava di riportare un britannico sul tetto dei Championships settantasei anni dopo il terzo e ultimo successo del mitico Fred Perry. Il talento di Dunblane non ce l'ha fatta, ma è uscito dal confronto con tutti gli onori. Per lui è giunta la quarta sconfitta in altrettanti finali Major disputate (di cui tre con Federer), ma stavolta, quanto meno, Andy è riuscito ad aggiudicarsi un set, prima di cedere con il punteggio di 46 75 63 64. A Murray gli applausi per averci provato fino in fondo, ma la ribalta, oggi, è tutta per lo straordinario Roger Federer.
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